GOVERNO PROSSIMO VENTURO

Oltre le solite scontate proposte del ‘contratto di governo’ (?!), e proclami più o meno altisonanti, vorremmo sentire qualcosa di concreto su un tema che sta particolarmente a cuore a tanti: la famiglia e i figli. Quanto e cosa si possa fare per le famiglie in difficoltà, con figli e figli numerosi è abbastanza noto. Ci auguriamo che sia una concreta priorità, con precise indicazioni di interventi intelligenti. La crisi economica ha scoraggiato molti giovani dinanzi al giusto desiderio di sposarsi e molte coppie a rinviare responsabilmente la nascita di figli. Non si può biasimarli; quando il futuro non promette niente di buono, non è facile prendere decisioni impegnative e la sfiducia e la paura sono sentimenti comprensibili. Come è possibile sposarsi e mettere al mondo figli quando il lavoro è precario e il futuro incerto, quando non si trova un’abitazione a costi ragionevoli? É una domanda molto frequente tra i giovani, un’obiezione di buon senso. Ma c’è un’obiezione all’obiezione. Autorevoli osservatori sostengono che la crisi economica è causata anche della denatalità e per gli squilibri che essa provoca: squilibri tra forza lavoro e generazioni produttive, perdita di competitività sui mercati legata all’invecchiamento della forza-lavoro, arretratezza sul fronte della ricerca e dell’innovazione tecnologica i cui protagonisti normalmente sono i giovani, declino dell’imprenditorialità delle piccole e medie imprese che è strettamente legata ai figli, perché chi investe ha in mente chi dopo di lui continuerà l’impresa; se non ci sono figli diminuisce l’interesse e la convenienza a investire. Certo, l’apertura alla vita e la centralità della famiglia sono aspetti etici prima che di natura economica e sociale, ma alcune condizioni economiche essenziali chiedono comunque di essere soddisfatte: casa, lavoro, disponibilità di servizi sociali per bambini, anziani e ammalati.

Moscardino