“Hunters” e la giustizia vera

Cari amici della Spigola,
ho approfittato di questi giorni di isolamento in casa  per dare spazio a una mia grande passione: il cinema e le serie TV. In particolare mi sono concentrato su “Hunters”, una delle ultime serie prodotte dal colosso Amazon. La serie, che si sviluppa in 10 puntate, è ambientata nell’America degli anni ’70, dove un gruppo eterogeneo di ebrei dà la caccia ai numerosi ufficiali nazisti che si nascondono tra le persone comuni, cospirando per creare il quarto Reich negli Stati Uniti.
Ci sono due grandi questioni che si intrecciano nella serie:

  1. vendetta: da una parte c’è la versione del Talmud che recita “la miglior vendetta è vivere bene” e dall’altra quella dei cacciatori “la miglior vendetta è la vendetta stessa”;
  2. giustizia: se è vero che la storia porta inevitabilmente alla giustizia “occhio per occhio, dente per dente”, tutti gli Hunters mostrano, davanti alle azioni che compiono o che devono compiere, un rigetto, uno stacco come a dire “non è questa la cosa giusta!”.

Il culmine di tutto è quello che dice uno dei personaggi: “sono i mostri in mezzo a noi che meritano di più le nostre preghiere” che contrasta con la durezza e la brutalità delle azioni che caratterizzano la serie.
Al termine della serie mi è venuta da fare una riflessione: il rimando ultimo del mondo ebraico è alla pietà verso l’uomo; il cristianesimo ha fatto un ulteriore passo che è il perdono. Laddove un uomo si pente sinceramente, la pietà culmina nel perdono che vuol dire che quella cosa fatta non esiste più e la conseguenza ultima è che l’uomo non sarà mai determinato dai suoi errori.

Dentice