Il nuovo Governo dell’Italia finalmente è nato

Il nuovo Governo dell’Italia finalmente è nato. Finisce un tormentone, e sarebbe quasi ora di fare qualche riflessione e dare qualche giudizio su quanto accaduto nei fatidici 88 giorni che sono occorsi per varare il Governo giallo-verde.

Nelle prime considerazioni sul voto degli italiani apparse sulla stampa si era detto da più parti che la novità emersa dal voto erano Lega e 5S cioè due realtà che, seppure non maggioritarie, avevano accresciuto i loro consensi e che quindi esprimevano bene le sollecitazioni dell’elettorato verso il nuovo Parlamento. La Lega era venuta avanti nel nord produttivo e delle partite iva, mentre nel sud dell’assistenzialismo erano divenuti ampiamente rappresentativi i 5S con la loro proposta del reddito di cittadinanza. In buona sostanza tale lettura, di tipo socio-economico, era certamente corrispondente alla realtà socio-politica del nostro Paese e dava anche indicazioni forti per affrontare l’immediato futuro politico dell’Italia.

Ma al mainstream mediatico tale lettura non era funzionale perché non era emotiva, nè ideologica quindi bisognava introdurne un’altra. Venivano quindi introdotti sullo scenario politico soprattutto dai media (o meglio, dai gruppi di potere che li orientano) nuove categorie per alimentare emotivamente il conflitto fra la Lega (di destra) e 5S (di sinistra). Tant’è che si è cominciato a guardare con simpatia al più rassicurante schema 5S + PD che avrebbe consentito di tornare al tradizionale schema sinistra-destra. Ma tale ipotesi si frantuma presto sia per la indisponibilità del PD ma ancor più per la tenacia di Salvini e per la duttilità non pregiudiziale di Di Maio che riannodano tempestivamente i fili del loro precedente tentativo. Accade cioè un imprevisto che fa cambiare nuovamente il gioco cui aderisce saggiamente anche il Presidente Mattarella. Per gli italiani è senz’altro una buona notizia che, nell’arco di pochi giorni, una serie di “errori” abbiano portato delle persone a comportamenti ormai distanti (per la necessità di uscire dai rispettivi vicoli ciechi in cui si stavano cacciando) da logiche ideologiche o di lobby. Intendo riferirmi al Presidente Mattarella, a Salvini e Di Maio (che ad un certo punto hanno perso lucidità) e perfino il Commissario Europeo Oettinger (che avrebbe dovuto tacere, ma che ha detto una cosa vera).

La situazione, divenuta imbarazzante e pericolosa, costringe tutti gli attori dello scenario a tornare con i piedi per terra. E l’interesse degli italiani, riprende imprevedibilmente il sopravvento. Accade cioè che il fattore umano diventa l’elemento decisivo di quegli eventi sia per gli aspetti negativi che positivi. Finalmente riaccade una “moderazione” della azione politica costretta dagli eventi ad abbandonare il senso salvifico e totalizzante della politica stessa, per tornare ad essere semplicemente un tentativo serio ed onesto per migliorare la vita della gente. Mi è sembrata anche questa una novità di rilievo di cui c’è veramente bisogno. Da questo atteggiamento di realismo e di prudenza, dovrebbe e potrebbe accadere una azione di Governo del Paese caratterizzata dallo stemperarsi della arroganza di tanti poteri dello Stato e di tanti potentati consolidati ai quali non interessa certo la qualità della vita del popolo italiano, ma solo l’egemonia per il “controllo” del Paese.

Insomma, per cambiare veramente aria nella politica italiana bisogna che ritorni in gioco nelle scelte del Governo un criterio ed un metodo che è stato censurato e rimosso per decenni. Il metodo della sussidiarietà cioè una modalità che riconosce seriamente la dignità alle iniziative sociali, economiche e dei servizi pubblici intraprese dai gruppi sociali e dalle cosiddette “società intermedie”. Se questo Governo riuscirà a dimostrare nei fatti che i cittadini italiani non sono sudditi passivi, ma soggetti che possono generare sviluppo economico e sociale, solo allora sarà finita veramente la tanto vituperata Prima Repubblica.

Sarà questa la vera prova del nove per questa alleanza fra Salvini e Di Maio, che in questo momento si sta conquistando anche la simpatia di tanti italiani che non li hanno votati, ma che sperano sinceramente che si possa ritrovare la fiducia in uno Stato più giusto, meno inefficiente e meno dispotico di quello che abbiamo oggi e che possa finalmente cambiare l’aria che tira non solo in Italia ma anche e soprattutto in Europa.

Busbana