Il ritmo degli Stones

Il ritmo degli Stones
Jagger e Watts from You Tube

E’ morto Charlie Watts, il batterista degli Stones, la curiosa band che dichiarava defunta la musica dei trentenni negli anni ’60 e che ha continuato imperterrita fino a oggi, con l’età media di 80 anni.

Per tutti, gli Stones ci sono da sempre o quasi, nonostante una vita di eccessi, droghe, liti, gossip. Charlie Watts era quello “normale”, poca droga e molti vestiti, moglie, figli e nipoti. Era il loro metronomo, quello che tiene il ritmo, che fa suonare gli altri, che non ama i pezzi fatti da solo. Quando voleva suonare da solo andava in un jazz club. Eppure il ritmo è proprio ciò che conta per gli Stones. Non hanno cambiato la musica come i Beatles o Dylan, inventando un genere; non hanno creato uno stile di vita come Marley; non hanno nemmeno stabilito i virtuosismi di Hendrix. Eppure, sono stati lì per 60 anni perché gli Stones sono stati soprattutto un ritmo: un ritmo di musica e di vita, che piacciono a tutti quelli che amano la velocità e quel drammatico battito del tempo, anche quando si racconta del bene e del male. Watts si era arrabbiato quando Jagger lo aveva chiamato il “mio” batterista e gli aveva detto che era il contrario: lui era il “suo” cantante. E forse aveva ragione. Ecco QUI Paint it black, in uno degli infiniti live che hanno ritmato la storia.
Torpedine