La risposta unitaria

Cari amici della Spigola,
la diffusione del corona virus sta evidenziando una mancanza più grande della confusione con cui chi ci governa ha gestito le modalità e i contenuti delle comunicazioni.
La mancanza secondo me più evidente è la mancanza di unità nella risposta popolare.
Una parte di responsabilità è sicuramente nella scarsa informazione e nella mancanza di consapevolezza circa il problema da affrontare.
Un’altra parte, molto consistente è nell’inerzia ad abbandonare il “comodo” in cui si è normalmente immersi per affrontare il cambiamento temporaneo delle abitudini. Il Salmo 48 dice:

16 Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.
17 Se vedi un uomo arricchirsi, non temere,
se aumenta la gloria della sua casa.
18 Quando muore con sé non porta nulla,
né scende con lui la sua gloria.
19 Nella sua vita si diceva fortunato:
«Ti loderanno, perché ti sei procurato del bene».
20 Andrà con la generazione dei suoi padri
che non vedranno mai più la luce.
21 L’uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.

E’ molto duro, certamente. Lo cito perché evidentemente questa inerzia riguarda l’uomo di tutta la storia.
Cito anche Alexis Carrel, dal libro “Riflessioni sulla condotta della vita” in cui dice:

“Nello snervante comodo della vita moderna la massa delle regole che danno consistenza alla vita si è spappolata; la maggior parte delle fatiche che imponeva il mondo cosmico sono scomparse e con esse è scomparso anche lo sforzo creativo della personalità. La frontiera del bene e del male è svanita, la divisione regna ovunque. Poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore. Molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità.”

Probabilmente questa inerzia attanaglia anche ci ci governa, siamo tutti uomini.
Mi venivano in mente queste due citazioni guardando le immagini delle persone che “disperatamente” si attaccano all’aperitivo ai navigli o alle feste del sabato sera o alle abitudini.
I salmi sono molto duri (“L’uomo nella prosperità non intende”) e Carrel aggiunge: “Nello snervante comodo della vita moderna”.
Cosa manca?
Manca la consapevolezza che nulla è nostro e quindi l’agilità a lasciare quello che possediamo, o meglio da cui siamo posseduti.
E poi manca un ideale comune che ci dia la forza di staccarci dalle abitudini.
Ma l’Ideale c’è, solo che è accantonato tra i mobili con le ragnatele.
Bene, oggi arrosto che è domenica e quindi si festeggia!

Tonno subito