L’aldilà esiste, ci sono le prove scientifiche. Marta o la fregatura di Lazzaro

L’aldilà esiste, ci sono le prove scientifiche. Marta o la fregatura di Lazzaro
La scoperta (film 2017) from YouTube

Il vantaggio di rifare una quarantena ogni tanto è che puoi recuperare un po’ di arretrati. E’ il caso per me del film del 2017 “La scoperta” con Robert Redford, che interpreta uno scienziato che riesce a dimostrare (adoro la fantascienza) l’esistenza dell’aldilà attraverso una macchina che cattura la lunghezza delle onde cerebrali a livello subatomico, osservando l’abbandono del corpo durante la morte. E che succede dopo questa scoperta, vera nel film, di un altro piano dell’esistenza? Confermata la fede, le religioni, le filosofie..? macchè, cominciano suicidi di massa, a milioni, di persone che hanno deciso di fuggire da questa realtà, tanto ce n’é un’altra (o altre, ma evitiamo lo spoiler).

In quest’aldilà c’è la speranza/possibilità di mettere a posto alcune questioni di questa vita: nel film si tratta del suicidio della moglie, l’annegamento del figlioletto, ecc… Ma a pensarci bene è ancora un aldiquà, insomma una specie di “fregatura di Lazzaro” (antesignano di realtà parallele?), che magari era morto in poco tempo senza soffrire e ben preparato dall’amicizia con Gesù (potremmo ben dire: con il conforto del Sacramento) e si trova traumatizzato come un fenomeno da baraccone a continuare una lunga e noiosa vita a ripetere a miscredenti curiosi molestatori quell’episodio, per soffrire la morte un’altra volta, magari in modo peggiore.

Gesù però non dà fregature, per definizione, e in quel caso precisò: Questa malattia non è per la morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio sia glorificato”.  Poi aggiunge: «Tuo fratello risusciterà». Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?» Ella gli disse: «Sì, Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo» (Gv 11,25).

E’ il paradigmatico cammino che compie Marta, che dall’affannarsi per troppe cose (Lc 10,41) finalmente si preoccupa/riconosce l’unica verità di cui c’è bisogno e a cui credere (spendere la vita).

Il sacrificio di Lazzaro (continuare questa vita), inoltre, aveva l’obiettivo ed ottenne la conseguenza che “molti Giudei credettero in Gesù vedendo ciò che aveva fatto” e di converso i sommi sacerdoti furono “confermati nel proposito di ucciderlo”: scelta che anche ognuno di noi nel piccolo è chiamato a fare.

Insomma questa “scoperta” nel film, mi sembra si risolva in una “lazzaronata” (scusate il termine), con la via di fuga di suicidi ripetuti (vogliamo introdurre il tema dell’eutanasia?), nel tentativo di aggiustare le cose (che non saranno mai come vorremmo, ammesso di conoscere cosa sia totalmente meglio), senza mai impegnarsi veramente, anche nel dolore, in quest’unica irripetibile occasione di dire “sì” all’amicizia dell’immutabile Eterno che ci aspetta.

Il pesce fuor d’acqua