L’amor che move il sole e l’altre stelle

L’amor che move il sole e l’altre stelle
Statua di Dante Alighieri from Pixabay

Il 4 luglio a Fenestrelle (To), lungo le rovine del forte Mutin, è andato in scena sotto la sapiente guida dell’attrice Irene Muscarà, uno spettacolo originalissimo sulla Divina Commedia realizzato insieme agli amici dell’associazione People.

In questo 700° anniversario dalla morte del Sommo Poeta, tra le innumerevoli celebrazioni in suo onore, nessuno effettivamente aveva ancora mai pensato di realizzare uno spettacolo itinerante in montagna, all’aperto, scegliendo come scenografia le rovine di un forte col suo affascinante panorama, alle 11 di domenica mattina e per di più con il meteo contro. Noi sì!

Ma forse è proprio questo il bello: mossi dalla passione e dal desiderio di riscoprire la genialità di Dante, tra una partita dell’Italia e l’altra, ci siamo lanciati in un’impresa epica, fatta di prove a distanza e chiamate su Meet, di lezioni e parafrasi per capire insieme meglio il testo, di sopralluoghi, di viaggi alla ricerca dei costumi, di videochiamate all’interno di negozi di stoffe (o di cinesi, perché loro hanno veramente tutto)… insomma ci siamo lanciati oltre le Colonne d’Ercole proprio come ha fatto Ulisse che ha risposto all’ardore che lo costituiva, al bisogno di infinito che si sentiva dentro, ma lo abbiamo fatto seguendo l’esempio di Dante che nel suo viaggio si è lasciato guidare dai suoi amici fidandosi di loro: Virgilio, Beatrice, Catone, Casella, San Bernardo e lo stesso Ulisse.

Lo spettacolo, suddiviso in tre atti, è partito realmente all’interno di una selva oscura per poi proseguire in un cammino di ascesa nel quale gli spettatori, protagonisti essi stessi, hanno visto Beatrice piangere per Dante e supplicare Virgilio di andare in suo soccorso, hanno udito Ulisse gridare la sua sete di conoscenza, hanno ammirato la reverenza di Catone morto per la libertà e si sono attardati anche loro insieme a Dante e Virgilio ad ascoltare le dolci melodie del musico Casella, sono stati portati con Dante in Paradiso dal sorriso e dallo sguardo di Beatrice e l’hanno visto commuoversi fissando i suoi occhi in quel punto in cui s’interna legato con amore in un volume ciò che per l’universo si squaderna. Anche nei tratti in salita il pubblico non è stato lasciato solo, ma è stato accompagnato da un “coro”, che a canone declamava alcune terzine utili per prepararsi all’incontro con i personaggi, e dalle note di un flauto e di un violino che suonavano dal vivo!

È stato un successo: attori commoventi, i musicisti bravissimi, circa 90 spettatori, nessuno ha sbagliato la sua parte, il servizio d’ordine impeccabile, la gente entusiasta e non una goccia di pioggia (alla faccia del meteo)… eppure, sommando tutti questi fattori, c’è ancora qualcosa che mi sfugge e mi commuove, perché l’esperienza di pienezza, di libertà, di stupore, che questo gesto ha generato, come direbbe Dante, eccede ogne contento di quel ciel ch’a minor li cerchi sui. E se il significato di questo verso non vi è chiaro, non c’è altro da fare che venire alla prossima replica dello spettacolo!

Pesce volante