Le calze

Curiosi di sapere com’è andata a finire la storia delle calze da regalare ai bambini per la ricorrenza della commemorazione dei defunti?
Ho continuato a cercarle anche nei discount, nei bar, nelle pasticcerie, nei negozietti, niente, nessuno le aveva. Ed io mi sentivo come un “pesce fuor d’acqua” a fare una domanda a cui invariabilmente seguiva la risposta: “ci dispiace, non ne abbiamo”.
Ma Halloween non vincerà, non ha fatto i conti con la mia testardaggine e con il mio legame, forte, con le tradizioni in cui sono cresciuto (e bene!).
Non mi resta che tornare alle origini, quando ancora non esistevano le calze confezionate, come quelle che si trovano (o si trovavano?) ancora alla Befana e che le grandi marche mettono sul mercato in quella ricorrenza con i loro prodotti dolciari (ma, anche lì, pur non essendoci la concorrenza di Halloween, le calze devono cercare di sopravvivere alla nasuta e occhialuta bambola che cavalca la scopa e porta sul groppone il sacco con le leccornie).
Bene, di necessità virtù, torniamo a quello che accadeva una volta e che i più giovani neppure sanno.
Torniamo a quando noi bambini la sera della vigilia appendevamo un calzettone – di quelli che usavamo d’inverno, magari quello più spesso e più capiente – sopra al camino, per chi lo aveva, come ho fatto io fin quando abbiamo abitato in casa di nonna e, mentre venivamo spinti a mettere la calza, ci veniva raccontata la storia dei cari defunti che ci proteggevano dall’aldilà e che ci avrebbero portato caramelle, cioccolatini ed altre cose buone. Andati ad abitare nella casa nuova, io e mio fratello abbiamo continuato ad appendere la calza alla spalliera di una seggiola nel “tinello”. La mattina del giorno di quella che veniva chiamata la “festa dei morti”, correvamo a vedere cosa trovavamo. Il calzettone era nottetempo improvvisamente “ingrassato”, pieno com’era di caramelle, cioccolatini, mandorle, noci, fichi secchi, liquirizie, e noi subito a svuotarlo per mettere mano a tutta quella grazia di Dio, ma con parsimonia, insegnavano i genitori!
Perché non fare ancora così? Detto, fatto.
Al negozio (traditore!) compero caramelle, cioccolatini, ovetti, barrette, ecc. ecc. Prendo dal cassetto due paia di calzettoni (nuovi, la scorta per l’inverno!), che, una volta svuotati, mio genero potrà usare (così anche lui avrà il regalo!), e ne riempio due uguali, dello stesso paio, per i due maschietti, ed un altro, diverso, per la nipotina. A quell’età mandorle, noci e fichi secchi, più che non graditi (macinano tutto!) sono pericolosi ed è meglio evitarli. Cioccolate e caramelle, di ogni genere, finiscono però nei calzettoni, che vengono chiusi con nastrini colorati.
E’ tutto pronto ma, d’improvviso… che delusione! Per un contrattempo, i bimbi ed i loro genitori non potranno venire più alla “Locanda dai Nonni”.
Non potremo neppure appendere le calze, nottetempo, alle spalliere dei loro lettini. E non potremo vedere la loro sorpresa al mattino!
Il rammarico è grande, ma pazienza: la storia da raccontare resta (e cioccolate e caramelle non “scadono” per adesso).
Il racconto e la “festa” sono solo rimandati!

Triglia di scoglio

(P.S.: che strano firmarsi così, ma è il nome che mi sono scelto; spero solo di non finire “alla livornese”!)