Letture da spiaggia 1

Prima che il mondo social vi ricopra di immagini e storie sull’allunaggio vi invito a leggere “Quel giorno sulla Luna”, reportage di Oriana Fallaci, testimone diretta da Cape Kennedy come inviata de L’Espresso. Poi confrontatelo con le tante analisi storico-politiche (o anche fantapolitiche) che sono state fatte e che ancora si faranno e, se volete, ne parliamo.
Vi regalo qualche brano dell’attesa della partenza, ma solo come esempio:

 “Un uomo, messo acconto a quel razzo, sembra meno di una formica. E’ un razzo così ciclopico che la sua altezza equivale a quella di un grattacielo con trentasei piani, la sua ampiezza è quella di una stanza di sette metri per sette. Pieno di carburante, pesa trentaseimila tonnellate.
[…] mentre lui sale dentro l’azzurro sputando come una cometa di fuoco arancione, tuonando l’esplodere di mille bombe, non credi ai tuoi occhi e ti senti quasi offeso nelle tue dimensioni umane
[…] Non illudiamoci. Gli uomini continueranno come prima a soffrire, a uccidersi nelle guerre, a offendersi nelle ingiustizie, e con la Luna allargheranno i confini della loro perfidia e del loro dolore. Ma allargheranno anche quelli della loro intelligenza, della loro curiosità, del loro coraggio e, se le insidie non si materializzeranno, può anche darsi che il Grande Spettacolo diventi una buona avventura.
[…] Il razzo, da qui, si vede benissimo, ce l’ho proprio davanti, Dio com’è bello! Uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto perché l’hanno illuminato con una trentina di riflettori, sai, allo stesso modo in cui noi in Europa illuminiamo i monumenti… E’ anche lui un monumento. Un monumento alto come un grattacielo di trentasei piani, tutto in metallo, ma il metallo non si vede: si vede solo la luce. E’ come un unico fascio di luce, un immenso gioiello che brilla nel buio, lanciando bagliori, e… guarda, è commovente. Sì, credo che commovente sia la parola giusta. Commovente come una stella. Sai, verso le due del mattino, quando sono arrivata, m’ha preso come un nodo alla gola. Visto da lontano sembrava proprio una stella caduta sulla Terra: è difficile restare freddi dinanzi a cose del genere. Come sarà difficile restare freddi al momento in cui il razzo partirà. […] E’ da quando l’uomo apparve sulla Terra e alzò gli occhi al cielo e vide il pianeta che chiamiamo Luna, è da allora che l’uomo sogna di andarci… E fra poche ore ci va. Con tutti i suoi difetti, le sue colpe.
[…] Meno quattro, meno tre, meno due, meno uno, e il razzo si prepara a partire, un uomo si prepara a morire… E’ atroce. Eppure sulla Luna bisogna andarci lo stesso. E chissà che non serva a migliorare un poco gli uomini, a farli essere un poco più angeli e un po’ meno bestie…“
[…] All’improvviso ci accorgemmo che l’ora era giunta e tutto cambiò. E non ci importò più che la Luna rappresentasse un volgare scopo politico, non ci importò più che i due uomini scelti dal caso fossero antipatici. La Luna divenne qualcosa di religioso e i due uomini divennero qualcosa di santo: un simbolo di tutti noi, vivi o morti, buoni e cattivi, stupidi e intelligenti, noi pesci che cerchiamo sempre altre spiagge senza sapere perché”.

Consigliato:

  • A quelli che, avendone l’età, hanno trascorso la notte del 20 luglio 1969 davanti alla tele aspettando di vedere “one small step for a man, one giant leap for mankind”;
  • A tutti quelli che non hanno l’età, che sanno poco dell’allunaggio ma che conoscono benissimo il desiderio del cuore.

Alice