L’illogica allegria

L’altra sera verso le ore 19:30 ero in auto per incontrare degli amici e con me c’erano tantissimi automobilisti, come me tutti in ritardo, di fretta e arrabbiati con il nostro “normale malumore” .

Arrivo di corsa ad una rotonda sopra ad un cavalcavia da cui si apre una vista sul mare, li solitamente il traffico è più agevole e soprattutto da li posso prendere una scorciatoia e cercare di limitare il mio ritardo. Ma – cosa vedo? – le auto sono ferme alla rotonda e gli automobilisti con il cellulare in mano fanno foto verso il mare, qualcuno è sceso dalla macchina lasciando la portiera aperta per andare a fare la sua foto dal parapetto; qualcun altro neanche la fa la foto, guarda solo verso il mare.

Allora non ci vedo più e mi incazzo (scusate il linguaggio ma in auto non ci si arrabbia, ci si incazza) e inizio ad inveire verso tutti: io ero in ritardo e gli altri si fermavano per fare la foto? Non c’è più religione – ho pensato -, ormai la gente è impazzita!

Così mi giro per vedere cosa guardavano e mi si apre uno scenario bellissimo, uno spettacolo degno di una fiaba o di un film fantasy.

Su di un cielo limpido e ormai buio, in una serata calma e senza vento, la luna piena, enorme e gialla si rispecchiava sul mare anch’esso nero e calmo, una tavola, creando una sorta di strada luminosa sul mare, una strada che arrivava fino all’orizzonte.

A quel punto anch’io mi sono fermato contento di quello spettacolo e ho fatto anch’io la mia foto, che a dire il vero non rispecchia minimamente la bellezza della scena reale (v. foto).

Proprio come dice la canzone di Gaber “L’illogica allegria”… “Lo so, del mondo e anche del resto, lo so che tutto va in rovina… può bastare un niente forse un piccolo bagliore un’aria già vissuta un paesaggio o che ne so… e sto bene, che vergogna… è come un’illogica allegria di cui non so il motivo non so che cosa sia. È come se improvvisamente mi fossi preso il diritto di vivere il presente”.

Appena arrivo dagli amici non posso che dire immediatamente: “Avete visto la luna? Che spettacolo!”

Bavosa