Mater Misericordiae: risucchiati dal cielo

Sabato 31 luglio sarà dedicata la nuova chiesa nella giovane marina di Montenero di Bisaccia a Maria col titolo Mater Misericordiae. L’evento è stato anticipato con la presentazione del percorso di progettazione, costruzione e realizzazione dell’opera da parte di progettisti, consulenti, artisti, costruttori. A coronamento (è un termine adeguato per la Madonna) della serata c’è stata la proiezione del docu-film “YOU” sulla Madonna Sistina di Raffaello, nella lettura che ne fa Grossman, a cura del regista N. Abbatangelo e sceneggiatura di G. Maddalena (presente alla proiezione).

Cuori sgomenti di gratitudine, in una chiesa sobria, ecosostenibile, anonima fuori (servirà il completamento del campanile), ma piena di pochi, essenziali elementi, gravidi di significato. Gli autori, come primo momento, ne hanno fatto una introduzione: le forme, i materiali, le disposizioni dell’ingresso, il fonte battesimale, l’ambone, l’altare, sede del celebrante, il tabernacolo. E ancora sembrano scendere ed abbracciarti la scultura della Madonna della Misericordia, il crocefisso, e poi quel tornado di pezzetti di silicio dietro l’altare.

 

Ecco, su quest’ultimo elemento, che ti colpisce sin dall’ingresso, che voglio condividere la mia prima impressione, che ho rivolto poi come domanda alla fine dell’incontro anche alla fantastica autrice Sara, che bene è riuscita a farci sentire la sua viva esperienza con l’opera che fra le sue mani nasceva.

L’opera rappresenta l’Assunzione di Maria al cielo che, come creduto prima dal popolo di Dio per oltre mille anni e finalmente stigmatizzato dalla Chiesa in un dogma nell’anno 1950, in corpo ed anima è salita in Paradiso. Ma appena l’ho vista, senza sapere e pensare ciò che rappresentasse (anche se vista la dedicazione della chiesa bastava ragionarci un po’) più umanamente mi è sembrato il DNA, la doppia elica, il meraviglioso progetto di tutto un essere umano.

Quando mi è stato detto che rappresentava l’Assunzione di Maria ho pensato che in qualche modo c’entrasse anche l’Ascensione di Cristo, che con forza autonoma è tornato alla destra del Padre, lasciandoci il Consolatore. E dunque Cristo è stato, è, anche un uomo, con un DNA umano, certo tutto di sua madre, e pensarlo fosse anche di rispetto a Chi fra qualche giorno avrebbe corporalmente preso possesso di quel luogo. Ma allora su quell’altare, in quel turbine che sale al cielo, ci siamo anche tutti noi. E’ l’Eterno di cui siamo fatti che ci risucchia verso casa: prima Cristo (1 Corinzi 15,23), poi la Madre, poi piano piano, le pietruzze più piccole, il silicio meno puro, saliamo tutti noi, ognuno di noi, indegne pietre vive del corpo mistico di Cristo, la vera Chiesa (1 Pietro 2,5).

 

Il pesce fuor d’acqua