Mattarella bravo, ma il bis è una sconfitta

Si concludono oggi le votazioni di una settimana per il Presidente della Repubblica. Alla fine di uno spettacolo non molto edificante, la politica incapace di mettersi d’accordo decide di forzare, per la seconda volta in 10 anni, la Costituzione ed eleggere lo stesso presidente per un secondo mandato.

Ne escono sconfitti un po’ tutti, chi più e chi meno.

Salvini, che doveva fare il playmaker della forza di centrodestra che aveva la maggioranza relativa, riesce nel difficile risultato di spaccare totalmente la sua coalizione e mettere sul Colle un membro del PD, scelto 7 anni fa da Renzi.

Giorgia Meloni, che spinge Salvini all’impresa disperata sulla Casellati.

Il PD, che dimostra di non avere alcuna idea e di persistere nella sua presunta superiorità morale per cui solo i nomi da esso promossi sono accettabili.

I residui di Forza Italia, che distruggono la propria candidata.

Il M5S, che mostra di avere un’unica bussola votando un presidente di cui avevano chiesto l’impeachment: la continuazione di incarichi parlamentari che sanno che non verranno mai rinnovati da elezioni libere.

Draghi, che riesce a dimostrare una sete di potere e un’incapacità di mediazione politica tipica di chi è abituato a comandare in posti non elettivi.

Infine, lo stesso Mattarella, che dopo aver accettato per 5 giorni di essere votato senza alcuna nota di protesta, e dopo decine di dichiarazioni contrarie per ragioni alte e costituzionali, accetta in 5 minuti di rifare il presidente.

Mattarella è stato un bravo presidente, capace di ridare lustro ed equilibrio a un’istituzione rovinata dall’interventismo di Napolitano. Tuttavia, c’era di sicuro qualche italiano che poteva fare altrettanto e 14 anni al potere di qualsiasi cosa sono troppi per chiunque. Il potere logora chi non ce l’ha, ma anche chi ce l’ha, perché tutti abbiamo il peccato originale che non ci fa resistere a lungo in nulla. Speriamo che se ne renda conto e metta lui stesso, presto, dei limiti al mandato. E che sia l’occasione buona per una rifondazione di due coalizioni politiche prive di forza, di creatività e di dirigenti credibili.