NOSTALGIA CANAGLIA

Durante questo periodo di lockdown ho trovato il tempo per rimettere a posto un po’ di vecchi documenti. Senonché, mi sono imbattuto in questa missiva del giugno 1988 indirizzata all’allora Segretario Regionale della Democrazia Cristiana (DC) del Molise da due solerti giovanotti non ancora trentenni impegnati come iscritti nel partito in una città del Basso Molise.
Non voglio commentarla anche perché è un po’ lunga. Mi chiedo, amaramente: «Ma dopo tangentopoli, il berlusconismo e l’antiberlusconismo, l’avvento dei “cattolici adulti” ed il grillismo, il legoismo ed il sovranismo, cosa è rimasto di quella esperienza che vide sinceramente impegnati molti giovani nel tentativo di “affermare la dignità della persona e favorire lo sviluppo delle capacità operative e creative degli uomini negli ambienti e nelle comunità in cui esso vive” come dicono nella lettera?».
«Mah!».
Vi sembra una risposta ambigua ed inconcludente? Lo è!!!
Buona lettura.

Pesce (ner)Azzurro

Caro Segretario,
siamo entrati nel direttivo sezionale della Democrazia Cristiana di __________ in occasione del rinnovo sezionale di un anno fa. In quella occasione evidenziammo che la nostra presenza era orientata, con grande decisione e speranza, a determinare la ricomposizione dell’elettorato democratico cristiano, che negli anni precedenti aveva conosciuto tensioni e lacerazioni. Tali esperienze avevano evidenziato ai nostri occhi la necessità che le articolazioni interne non fossero più determinate dalla volontà di egemonia, ma dalla capacità di saper collaborare per realizzare uno scopo comune.
Abbiamo cercato di individuare nella sfida occupazionale, nella necessità di costruire nuovi posti di lavoro e nella necessità di organizzare servizi adeguati agli anziani ed alle categorie produttive (artigiani, agricoltori, ecc.), gli obiettivi di un’azione amministrativa ambiziosa.
Abbiamo cercato di convincere il direttivo sezionale che per tali obiettivi era indispensabile ricostruire l’unità di tutto il partito sia nella classe dirigente che nell’elettorato. Ci siamo però dovuti rendere conto che tale desiderio non collimava con le esigenze degli altri. Esse ci sono apparse frequentemente orientate al recupero di spazi di gestione dell’attività amministrativa, senza alcuna preoccupazione circa le condizioni necessarie per usare tali spazi nel migliore dei modi possibili.
Volevamo garantire le condizioni per l’impegno e la responsabilità di tutte le componenti della DC su un ritrovato spirito di concordia.
Non è stato così! Senza argomenti fondati, e solo sulla base dei giudizi personalistici e ipocritamente moralistici si è voluto impedire la ricomposizione della DC di __________. Noi riteniamo tale scelta irresponsabile e dannosa per la DC e per il nostro comune.
Irresponsabile perché non valuta i seri rischi di una situazione di blocco istituzionale all’indomani delle elezioni. Dannosa per la DC perché in tale contesto continua a permanere una frattura dell’elettorato democristiano che non consente alla DC del nostro Comune di svolgere un ruolo di riferimento per lo sviluppo della qualità della vita civile e democratica.
L’area cattolica che fa riferimento al Movimento Popolare e della quale ci riteniamo espressione, ha inteso, sulla base dell’esperienza da noi vissuta, non esprimere alcuna disponibilità per una presenza nella lista della Democrazia Cristiana. Poiché comprendiamo e condividiamo le ragioni di tale indisponibilità, pensiamo opportuno evidenziare alcune riflessioni.
Il Movimento Popolare è un’esperienza di uomini al lavoro per costruire opere che rendano incontrabile agli altri l’avvenimento liberante di Cristo. Da ciò consegue Il nostro atteggiamento nei confronti dell’attività politica e amministrativa.
Abbiamo nei confronti dell’attività politica una totale libertà che non ce la fa concepire come indispensabile alla realizzazione della persona umana.
A questo proposito consentici di citare il brano che C.L. ha fatto stampare su di un manifesto in occasione della Santa Pasqua appena trascorsa: L’Imperatore si rivolse ai cristiani dicendo: «Strani uomini … ditemi voi stessi, o cristiani, abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi: che cosa avete di più caro nel cristianesimo?». Allora si alzò in piedi Giovanni e rispose con dolcezza: «Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da lui, giàcchè noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità»”. (Vladimir Solovev – Il dialogo dell’Anticristo).
La nostra esperienza ci fa considerare l’impegno politico come un lavoro per affermare la dignità della persona e per favorire lo sviluppo delle capacità operative e creative degli uomini negli ambienti e nelle comunità in cui esso vive. Per questo la politica certamente ci interessa; ma ad essa non appalteremo mai la nostra esperienza e la nostra speranza di costruttività sociale.
Crediamo che la irrazionalità e l’arroganza, che ha spinto la maggioranza del direttivo sezionale a non consentire una ricomposizione di tutta l’area democratico-cristiana di __________ dopo 15 giorni di riflessioni, di tentativi e di ipotesi, ritenute dignitose anche dal Segretario Provinciale della DC, rappresentano una condizione ed un contesto che certamente non torna utile a chi vuole avere, come noi, la pretesa di costruire fatti di vita nuova per gli uomini. Noi non abbiamo processi da celebrare, ma vogliamo costruire nella collaborazione con tutti e nella chiarezza delle posizioni.
La posizione dei nostri amici del Movimento Popolare, che noi condividiamo con convinzione, è una sfida alla Democrazia Cristiana di __________ a rimettere al centro del suo stesso significato di esistere l’esperienza della costruttività sociale. In questa occasione abbiamo constatato che nel nostro partito prevalgono mentalità non solo ancorate a vecchie posizioni ideologiche e personalistiche, ma anche poco predisposte al rinnovamento di metodi e di uomini.
Avremmo voluto una lista con molti uomini nuovi, con un programma di lavoro semplice e chiaro da offrire ai nostri concittadini. Purtroppo ciò non è stato possibile e riteniamo quindi di doverci assumere la piena responsabilità di non condividere la lista così formulata, la logica nella quale è nata, la prospettiva che lascia immaginare.
Riteniamo altresì che anche da parte tua ci sia la piena responsabilità di non aver favorito la soluzione che abbiamo auspicato come quella migliore per la DC e per il nostro comune.
Confermandoti il nostro impegno per costruire anche nel partito l’esperienza di una novità che crediamo possibile, vogliamo anche assicurarti per il futuro il nostro contributo, seppure fastidioso, per far tornare ad essere la Democrazia Cristiana quella esperienza di uomini così entusiasmati dall’esperienza cristiana da desiderare di costruire opere in cui l’uomo non sia oppresso dalla paura e dalla solitudine”.

Cordialmente,
V.R. e D.C.