Paradiso

Cari amici della Spigola,
dopo la scoperta della particella di Dio e quindi dopo l’ammissione dell’esistenza di Dio, un noto accademico di Harvard ha affermato che esiste il paradiso! Come ha fatto? Dopo una settimana di coma dovuto a una meningite, al risveglio ha raccontato di aver avuto esperienza del mondo ultraterreno.
Anch’io faccio un’esperienza simile tutte le volte che bevo d’un fiato un bicchiere di birra o mezzo bicchiere di vino o un goccio di grappa, tutto si allontana e le signore che mi circondano diventano bellissime.
Mi succedono anche altre cose che non sto a raccontarvi solo che come nel caso del nostro amico accademico, purtroppo durano poco.
Diciamoci la verità, che ci facciamo del paradiso ultraterreno se poi facciamo una vita di… stenti?
Non sarebbe molto più umano fare l’esperienza dell’essere voluti bene già ora nelle circostanze che ci tocca vivere?
Ad esempio anche senza ricorrere al bicchiere di birra si può essere lieti nelle tribolazioni? Solo per rimanere nell’ambito terreno, riandiamo con la memoria alla promessa fatta da Cristo ai suoi amici che diceva più o meno così: chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.
Lui sapeva che siamo uomini carnali e materialisti per cui ci ha promesso prima il centuplo quaggiù e poi la vita eterna.
Per rimanere con i piedi per terra cominciamo dal centuplo quaggiù, anzi cominciamo a seguirlo nel piccolo posto dove dice di accadere. Magari iniziamo con il triplo quaggù per arrivare al centuplo e alla vita eterna.
Io in paradiso spero di poter dormire senza che qualcuno mi svegli per dirmi: devi andare al lavoro!
Magari mi portano pure la colazione al letto.
Vabbè, vado che ho un appuntamento in una enoteca tanto so già che TONNO ubriaco.

TONNO subito