Perché La Scuola Cattolica è un libro assolutamente da leggere ma non è un film da guardare

Perché la Scuola Cattolica è un libro assolutamente da leggere ma non è un film da guardare
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È uscito nella sale cinematografiche il film di Stefano Mordini “La scuola cattolica”, tratto dal romanzo di Edoardo Albinati vincitore nel 2016 del Premio Strega.

Il film è stato vietato ai minori di 18 anni dalla III Commissione per la Revisione Cinematografica, decisione che ha suscitato scalpore e quindi un acceso dibattito sulla legittimità della censura in sé. Al centro della vicenda letteraria diventata poi cinematografica c’è uno dei delitti più efferati della storia del nostro Paese: il delitto del Circeo, un brutale omicidio preceduto da torture e vessazioni ai danni di due giovani donne per mano di un gruppo di rampolli della borghesia romana educati in un istituto cattolico. La censura sarebbe giustificata da una presunta equiparazione tra vittime e carnefici che manderebbe in confusione i più giovani.

Non ho visto il film, non lo guarderò e non lo proporrò a nessuno (in particolare ai miei studenti). Ho letto il libro e lo consiglio a tutti. “La scuola cattolica” è un capolavoro letterario, umano e storico. È un libro che mette a tema una delle più grandi domande della vita: perché gli uomini compiono il male? Perché a parità di educazione, ceto sociale, opportunità, frequentazioni, alcuni si perdono e altri no? Se non è frutto di traumi, disagio sociale, malattia mentale, cosa genera la crudeltà? “La Scuola Cattolica” è un viaggio nel pozzo profondo della libertà umana e più si scende, pagina dopo pagina, più emerge un ultimo insondabile mistero.

Albinati non ci risparmia nulla: le contraddizioni del bene, il ruolo dell’educazione, il rapporto tra sesso e violenza, il desiderio di affermazione di sé e l’annullamento dell’altro. Ci sono pagine e pagine dedicate al concetto di borghesia, alle pulsioni umane, all’esperienza di amicizia, di tradimento, di connivenza, di meschinità. Il tutto da un punto di vista marcatamente maschile, il che rappresenta un inedito nel panorama letterario affollato di scrittori che puntano la penna da una prospettiva femminile. Leggendo Albinati si entra finalmente nella mente maschile, nelle sue perversioni, nei suoi istinti, nella sua conformazione affascinante e inaccessibile al mondo femminile.

La Scuola Cattolica è un libro assolutamente da leggere, non è un film da guardare. Il fatto in sé è un’esposizione brutale al male assoluto e forse non ce n’è bisogno. In particolare per i giovani. Il male non ha un effetto catartico. Chi si oppone alla censura del film in nome di una presunta sensibilizzazione contro la violenza sulle donne dimentica che il male fa male e contagia inevitabilmente chi ne è esposto. Per sensibilizzare i giovani contro la violenza occorrono domande vere, esempi virtuosi. Non l’ennesima spettacolarizzazione della violenza. Spiace anche che Pierluigi Battista abbia confuso nel suo commento la cancel culture con una giusta preoccupazione di buonsenso, un giusto argine all’esposizione al male.

Medusa