Premesso che…

Cari amici della Spigola,
dicevo: premesso che il numero di lettori di un articolo è inversamente proporzionale alla lunghezza del testo, credo che questo lo leggeremo io e forse il mio amico (disperso in una canna fumaria) Tonno affumicato.
Tuttavia se ve lo propongo è perché ne vale la pena.
Trattasi di un brano dal libro “Vita e Destino” di Vasilij Grossman, un libro che più che letto va “attraversato”. Io mi trovo più o meno a metà. Racconta l’epopea di una famiglia russa durante la seconda guerra mondiale e tra le altre cose racconta anche la battaglia di Stalingrado (dove è iniziata la fine di Hitler per mano dei russi… per la serie fuoco mangiafuoco). Bando alle ciance, a me interessa farvi leggere questo bel pezzo sull’amicizia. Come perché? Quanto c’è bisogno di amici veri! Amicus fidelis protectio fortis! Chi trova un amico trova un tesoro. Rosso di sera… Vabbè cominciamo e: buona amicizia a tutti!

L’amicizia! Quante forme diverse può avere…
Amicizia nel lavoro. Amicizia per la rivoluzione, amicizia durante un lungo viaggio, amicizia tra soldati, amicizia in una prigione di transito, dove ci si conosce e ci si lascia nel giro di un paio di giorni di cui, però, si serba il ricordo per anni. Amicizia nella gioia e amicizia nel dolore. Amicizia nell’uguaglianza e amicizia nella diversità.
Che cosa rende amici? Avere lo stesso lavoro o uno stesso destino? A volte l’odio tra chi appartiene allo stesso partito e ha opinioni che si distinguono solo nelle sfumature è maggiore dell’odio verso chi del partito è nemico. A volte uomini che combattono assieme si odiano più di quanto odino un nemico comune. E a volte l’odio tra i detenuti è maggiore dell’odio verso i carcerieri.
Certo, l’amicizia nasce perlopiù tra uomini accomunati da uno stesso destino, da una stessa professione, da un medesimo progetto, tuttavia sarebbe prematuro concludere che la si debba solo a tali affinità.
Perché possono essere amiche -e lo sono- anche persone unite dall’odio per il proprio mestiere. E amici non sono soltanto eroi di guerra o del lavoro, ma anche i disertori e gli assenteisti. Alla base dell’amicizia degli uni e degli altri, però, c’è un vincolo comune.
Due caratteri opposti possono diventare amici? Sicuro!
L’amicizia può essere un legame disinteressato.
A volte l’amicizia è egoista, altre è incline all’abnegazione.
Ma, per quanto suoni strano, l’egoismo dell’amicizia avvantaggia l’amico disinteressato, laddove l’abnegazione ha un fondo di egoismo.
L’amicizia è uno specchio in cui l’uomo si riflette. A volte, chiacchierando con un amico impari a conoscerti e comunichi con te stesso.
L’amicizia è uguaglianza e affinità. Ma l’amicizia è anche differenza e disparità.
C’è un’amicizia operativa: negli affari, nell’azione, in un lavoro comune, in una comune lotta per la sopravvivenza e per un tozzo di pane.
E poi c’è un’amicizia in nome di un ideale, l’amicizia filosofica tra interlocutori che meditano, tra uomini che lavorano in modo diverso, ognuno per proprio conto, ma che insieme parlano della vita.
Forse la forma suprema di amicizia abbraccia l’amicizia operativa, l’amicizia nel lavoro e nella lotta e l’amicizia di chi dialoga e si confronta.
Pur avendo sempre bisogno l’uno dell’altro, non sempre gli amici ricevono dall’amicizia in egual misura. E non sempre all’amicizia chiedono la stessa cosa. Un amico può donare la propria esperienza, l’altro può arricchirsene. Ci si può scoprire forti e maturi aiutando un giovane amico debole e inesperto; costui, il debole, troverà nell’amico il proprio ideale di forza, maturità, esperienza. Dunque c’è chi dona e chi gode del dono ricevuto.
Capita che l’amico sia una figura silente, che per suo tramite si riesca a parlare con se stessi, a ritrovare la gioia dentro di sé, in pensieri che divengono chiari e visibili grazie alla cassa di risonanza del cuore altrui.
L’amicizia della mente, contemplativa, filosofica, esige di norma identità di vedute, ma tale identità può non essere assoluta. A volte l’amicizia si manifesta in una discussione, nella mancanza di affinità. Se invece gli amici si somigliano in tutto, se si rispecchiano, chi discute con un amico discute con se stesso.
L’amico è colui che ti perdona debolezze, difetti e vizi, che conosce e conferma la tua forza, il tuo talento, i tuoi meriti.
E l’amico è colui che, pur volendoti bene, non ti nasconde le tue debolezze, i tuoi difetti, i tuoi vizi.
L’amicizia dunque si fonda sulla somiglianza, ma si manifesta nella diversità, nelle contraddizioni, nelle differenze. Nell’amicizia l’uomo cerca egoisticamente ciò che gli manca. E nell’amicizia tende a donare munificamente ciò che possiede.
Il desiderio di amicizia è innato nella natura umana, e chi non è capace di farsi amici gli esseri umani opta per gli animali: cani, cavalli, gatti, topi, ragni.
Un essere dotato di forza assoluta non necessita di amici, ma un tale essere è Dio.
L’amicizia autentica non dipende dal fatto che l’amico sieda su un trono o dal trono sia stato deposto per finire in prigione: l’amicizia autentica guarda all’anima e alle sue doti e non si cura della gloria, della forza esteriore.
Molteplici sono le forme dell’amicizia, vario il suo contenuto, ma una sola è la base, incrollabile: la certezza che l’amico non ti tradisce, che tu non lo tradirai. Splendida è pertanto l’amicizia in cui non è l’uomo a essere fatto per il sabato. Là dove amici e amicizia vengono sacrificati in nome di interessi superiori, l’uomo dichiarato nemico dell’ideale superiore, che ha perso tutti gli amici, è comunque sicuro di non perdere un amico vero.

Bello, eh?
Oggi solo…

TONNO subito