Quando l’ingiusto diventa giusto?

Cari amici della Spigola,
avrete sicuramente saputo dell’attentato a Londra e del fatto singolare che uno degli “eroi” che ha bloccato l’attentatore è un assassino in permesso premio che si stava recando a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti.

https://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/attacco-al-london-bridge-uno-dei-eroi-in-realt-un-assassino_11803109-201902a.shtml

I famigliari della vittima uccisa dal nostro “eroe” si sono dichiarati “scioccati e arrabbiati” poiché secondo loro non doveva essere in libera uscita ma in galera a scontare la pena.
Ora, posto che esistono i permessi premio e i percorsi di riabilitazione, questo è un tipico caso in cui la mentalità razionalista va in corto circuito poiché di fronte un “caso” fortuito cade lo schema causa – effetto tanto caro al nostro comodo modo di pensare.
Primo caso fortuito: la coincidenza spazio temporale per cui l'”eroe assassino” si trova di fronte il “terrorista assassino”.
Secondo caso fortuito: la decisione dell'”eroe assassino” di intervenire per bloccare il “terrorista assassino”.
Seguendo la legge l’eroe era nel giusto permesso premio e il percorso di rieducazione sta funzionando.
Seguendo la legge degli affetti l’eroe rimane un assassino che non doveva essere lì.
Il terrorista, attenzione, era in libertà vigilata per cui per la legge poteva essere lì.
Dove sta l’errore? Quindi chi è nel giusto? Cosa dimenticano i criteri della legge e della famiglia?
Cosa vuol dire schierarsi? Esiste uno schieramento “giusto”?
Chi ha sbagliato?
Cos’è la giustizia?
In nome della giustizia e della coerenza è giusto censurare i fatti?
Quali sono i fattori fuori controllo? Secondo me almeno tre: la libertà dell’eroe e del terrorista che non sono incasellabili in nessun programma riabilitativo e la libertà dei famigliari della prima vittima (quella uccisa dall’eroe).
Nell’interpretazione ragionevole (non razionalista) di un fatto che riguarda il comportamento umano, esiste un fattore che sfugge sempre e che si chiama libertà per cui per arrivare a una conoscenza certa occorre l’immedesimazione. Nell’interpretazione razionalista questo fattore è sempre censurato per cui sicuramente non si arriva alla conoscenza certa di quel tipo di evento.
Ponzio Pilato domandava a Gesù “Quid est veritas?” e Gesù rispondeva “Est vir qui adest!” cioè la giustizia, la verità, la bellezza, la felicità sono oggetti incommensurabili, di un ordine superiore rispetto al metodo razionalista perché queste “cose” sono “un uomo adesso”.
Per essere umani bisogna cambiare il metodo e potenziare l’uso della ragione, qualcosa di simile all’affermazione di Einstein “Sto lavorando alla teoria unificata del campo ma non ho una matematica adeguata”. Se è vero per la realtà fisica, figuriamoci per quella metafisica!
Beh, ciao… vado a mangiare un metapiatto di metaspaghetti…
prevedo una doppia fame.

Tonno subito