Quello che erediti dai tuo padri riguadagnatelo per possederlo!

In questi giorni di vacanza in Albania ho incontrato il prof. Chiaramonte, arberesh d’Italia (gli arberesh sono gli albanesi scappati 500 anni fa in italia per salvarsi dalle orde turche). Il prof. Chiaramonte si occupa di storia e cultura arberesh ed è uno studioso noto.

Mi racconta che il primo testo noto scritto in lingua albanese, il messale di Gjon Buzuku, nasce dalla discussione durante il concilio di Trento circa i testi in lingue diverse dal latino. Lutero affermava che per coloro che non comprendevano il latino il sacramento dell’eucaristia non era valido. Il concilio conferma il latino come lingua della messa, ma permette la traduzione e la pubblicazione di testi in lingue diverse dal latino previa valutazione dell’autorità ecclesiastica. Il messale di Buzuku passa il controllo vaticano perché non sussistevano fatti contro la fede e la morale.

Da questo esempio ho capito che a garanzia della immanenza della verità della fede nelle azioni che compio c’è il paragone con la tradizione: fede e morale. La Chiesa ha una tradizione di duemila anni. Inoltre c’è il rapporto con l’autorità. E noi non dobbiamo perdere il rapporto coi testi e l’autorità. Questo è il metodo con cui Dio entra nella storia ed è il metodo con cui noi entriamo in rapporto con  la tradizione, la possediamo, diventiamo simili ai padri e simili al Signore Gesù.

Mi vengono poi in mente le parole ricevute da San Gregorio illuminatore durante la visione che ebbe di Cristo: “Sii attento a conservare la tua tradizione eredità che ti fu affidata dal Signore Gesù Cristo”. Faccio qualche osservazione personale.

Primo, per riscoprire l’eredità dei Padri bisogna averla negli occhi, nella mente e nel cuore, proporla, non mescolarla con le altre eredità. Un esempio negativo di questo sono parte dei cristiani albanesi. Siccome durante la dominazione ottomana hanno accettato di diventare musulmani “di facciata” per non pagare le tasse (diventando criptocristiani), hanno poi perso la loro appartenenza cristiana.

Secondo, qualsiasi dialogo deve avvenire nella chiarezza del rapporto con chi mi genera. Pena l’essere generati da altri, un po’ dagli ottomani, un po’ dai comunisti e un po’ dai cattolici. Anche le eresie nascono così. Non è un caso infatti che oggi si senta parlare di preti comunisti, istituzioni cristiane pro-gender e aborto, omosessualità e pedofilia nella Chiesa ecc ecc. La Chiesa dei primi secoli ha combattuto tanto per preservare e tramandarci la fede e la morale e noi dobbiamo conservare questo lascito.

San Paolo diceva di essere miti come colombe e furbi come serpenti. Gesù rammenta che i figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Significa che gli altri non vedono l’ora di vederci trattare su quello per cui abbiamo combattuto e dato la vita. Non vedono l’ora di affermare orgogliosamente che Gesù non è tutta la verità.

Aulonocara