Schiava e padrona

Schiava e padrona
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Ad Occidente il presidente Biden dichiara “un-American” la legge del Texas che limita l’aborto “libero” a 6 settimane di vita del feto.

Non è americana perché così facendo viola il 14° emendamento nell’interpretazione affermata dalla Corte Suprema dal 1973 in poi (Roe v. Wade).
Le limitazioni poste alla decisione della donna di abortire violano cioè il suo “right to privacy”, inteso come libertà personale rispetto ad eventuali restrizioni da parte dello Stato.
“The right protected by Roe is a right to decide to terminate a pregnancy free of undue interference by the State”.
Ad Oriente, il nuovo governo talebano tra i suoi primi atti vieta lo sport alle donne. Il corpo della donna non è suo, è fonte di scandalo e di tentazione, deve stare chiuso e coperto, a disposizione del marito.
Contraddizioni insanabili che portano entrambe a degli estremi difficilmente accettabili.
La sottomissione della donna in quanto tale non è in alcun modo giustificata e ci sarà da intervenire nei confronti del nuovo corso afghano. Ma davvero l’alternativa è questa donna moderna, padrona del suo corpo, completamente autodeterminata, autonoma, indipendente anche dal frutto del suo seno?
La vera libertà non passa anche dentro l’accettazione di un ruolo di madre, di moglie, proprio di donna, unico e speciale dentro la comunità umana?
Forse invece di affermare a gran voce diritti che in ultimo restano formali o imposti, va riscoperto questo ruolo ad Est e ad Ovest del mondo.
“…venuta da cielo in terra a miracol mostrare” (Vita Nuova, Dante)
Sirenetta