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Sciator, ripete il vento…
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Montagna innevata from Pixabay
Il 15 febbraio avrebbero dovuto riaprire gli impianti sciistici.
Nei giorni precedenti i gestori hanno sistemato le piste, predisposto transenne e percorsi per evitare assembramenti, installato macchinette automatiche all’aperto per gli skipass. Sono arrivati i lavoratori stagionali, i ristoratori hanno rifornito i locali.
Nella serata (nella serata!!!) di domenica 14 febbraio il Ministro Speranza ha decretato che non avrebbero riaperto.
C’è chi dice che è uno sport elitario, c’é chi fa notare che coinvolge solo poche regioni italiane, c’è chi evidenzia che non è certo una priorità in questo momento. Forse è tutto vero, ma come mossa politica, come metodo di governo, come primo passo del nuovo esecutivo di Draghi non si può essere d’accordo.
La politica dell’emergenza che abbiamo conosciuto in questi mesi è talvolta drammaticamente necessaria. Ma sono rare volte: poi bisogna programmare anche dentro un’emergenza che perdura. Bisogna discutere, valutare e poi decidere, dando ragioni chiare e comunicandole altrettanto chiaramente.
Altrimenti – come si è visto per gli impianti da sci – si disperdono risorse preziose e si fiacca l’animo delle persone e delle imprese nei tanti sacrifici che sono oggi richiesti.