Se questo è un uomo

Sembra che i nostri parlamentari non riescano a trovare pace (e accordo) neanche sui più elementari diritti dell’uomo. Sembra che la possibilità di un provvedimento di amnistia e indulto si allontani sempre più. Sembra che il nostro debito pubblico sarà gravato dalla pesante e giusta multa impostaci dalla Corte europea per i diritti dell’uomo (100.000 euro ogni 7 detenuti che faranno ricorso) proprio a causa delle disumane condizioni di vita dei nostri penitenziari.
I dati, invece, sono certi: il numero dei detenuti stipati nelle carceri italiane supera del 30% la capienza massima prevista; circa un terzo di essi è in attesa di giudizio; soltanto una esigua minoranza ha la possibilità di contribuire al proprio mantenimento attraverso una qualsivoglia attività lavorativa.
Anni fa ho insegnato in carcere. Fu l’incontro con un mondo totalmente sconosciuto (non sapevo che, di lì a poco, avrebbe accolto un carissimo amico, un ex compagno di scuola, il socio di mio cugino… tutti provenienti dal mio mondo “normale” e tutti in carcerazione preventiva). Mentre tentavo di attraversare con discrezione i lunghi corridoi interrotti da sbarre (che imponevano soste su soste) senza guardare ciò che accadeva nelle celle, venivo comunque assalita da odori (di scarsa – se non nulla – igiene personale, di rifiuti organici di varia natura, di cibi multietnici cotti a ogni ora del giorno su precari fornelli da campo) e rumori (di passi pesanti, di chiavi e chiavistelli, di colpi alle sbarre, di urla di tossici in astinenza).
A detta degli stessi detenuti quel carcere non era tra i peggiori, eppure io vi ho trovato tutto ciò per cui ora la Corte Europea ci condanna.
E poi il paradosso: in carcere, privi di spazi personali, condividendo tutto e vivendo in condizioni di sovraffollamento ai limiti della tortura, il dramma più grande è la solitudine (e ce lo dimostra anche l’altissimo numero di suicidi). Forse è proprio per continuare a vivere da uomini che alcuni, se possono, accettano le sfide che  arrivano dall’esterno, fosse anche solo quella della scuola…
(continua)

Alice