“SERVIRE IL POPOLO”

Progetti, programmi, promesse, proposte.
Ho pensato a un sintetico vademecum, non esaustivo naturalmente, per tentare di auto-orientarmi in questa palude nebbiosa che è la campagna elettorale.
Con la ri“discesa” in campo di Berlusconi si è riproposta l’eterna sfida (di cui avremmo fatto volentieri a meno) tra antiberlusconiani e berlusconiani. I primi impegnati, da un lato, ad attribuire a Berlusconi la colpa di tutte le emergenze che l’Italia sta affrontando e, dall’altro, a biasimarlo per l’immoralità pubblica e privata.
I secondi, invece, impegnati, da un lato, a sottolineare l’attacco giudiziario cui è stato sottoposto il Cavaliere e, dall’altro, a rivendicare una serie di traguardi e di successi raggiunti da Berlusconi e dal suo governo (riforma della scuola, dell’università, del diritto societario, del pubblico impiego, della Protezione Civile, del servizio civile, 5permille, legge Biagi, ecc.).
All’interno di questi due “schieramenti metapolitici”, possono essere identificate diverse posizioni, che esprimono varie culture politiche e diversi interessi:
  • l’area dell’antipolitica, rappresentata, in primo luogo, dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che raccoglie quella parte dell’opinione pubblica delusa e arrabbiata (non a torto) per quello che ha visto combinare da una certa classe politica;
  • l’area giustizialista/operaista, rappresentata dal partito di Ingroia, che ha fagocitato un’IdV allo sbaraglio, che intende farsi portavoce di un sempre più diffuso dissenso sociale e culturale, proponendo soluzioni radicali che porteranno solo ad una maggiore conflittualità politica;
  • l’area centrista e filoeuropeista (UdC, FLI, etc.), che ha trovato nella “salita” in campo di Monti il suo punto sintetico di rappresentatività e che ha fatto della “sobrietà”, del rigore in campo economico e del moderato riformismo le sue parole d’ordine;
  • l’area progressista-conservativa – rappresentata dalla coalizione di centrosinistra (PD, SEL, PSI, etc.) con a capo Bersani – che sta qualificando la propria campagna elettorale basandola su un programma di politiche eque e keynesiane (solidaristiche, almeno a parole) e, un po’ più silenziosamente, sulla necessità di dare avvio, finalmente, ad una stagione di riforme riguardanti i cosiddetti “diritti civili” (unioni tra persone dello stesso sesso, possibilità di adozione da parte di queste, ecc.);
  • l’area moderata – che comprende una serie di partiti che si sono ricompattati attorno all’asse PdL/Lega ed altre formazioni che corrono da sole – all’interno della quale è possibile intravedere qualcuno che esplicitamente fa riferimento all’esperienza della presenza dei cattolici in politica;
  • l’area dell’astensionismo, che pur in lieve calo in questi ultimi giorni si mantiene sempre a livelli ragguardevoli e rappresenta un serio campanello d’allarme per tutti coloro che si occupano di politica.
E’ molto difficile sintetizzare le differenze e i punti di contatto che esistono tra le varie aree e all’interno delle stesse sulle questioni fondamentali.
Se è vero, però, che a noi cattolici, in fondo, interessano tre cose: il bene comune, la libertà della Chiesa e i principi non negoziabili (vita, educazione, famiglia), penso che sia abbastanza semplice individuare lo schieramento entro cui collocarsi.
Sono convinto, però, che nel contesto di crisi attuale, il vero impegno da assumerci, quali cattolici responsabili (che vogliono “rendere cultura la fede”, per dirla con Giovanni Paolo II), è lo stesso che indicava Alasdair MacIntyre descrivendo il crollo dell’Impero Romano: «Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca di incipiente barbarie e di oscurità»* (Dopo la virtù – Feltrinelli – p. 313).

(* il grassetto è di chi scrive).

Pesce (ner)Azzurro