SOSPESI

Siamo sospesi, in questo sabato Santo, tra la morte e la Resurrezione, come è sospeso il mondo, in questi giorni, tra la morte e il pianto della pandemia, e l’attesa che finisca l’orrore delle bare e delle urne cinerarie, lo strazio di morti senza compagnia, l’affanno e l’ecatombe di medici, infermieri, sacerdoti, che danno se stessi, come Cristo in croce, per la salvezza dei corpi e delle anime.
Siamo sospesi e in attesa, in attesa del nuovo giorno, in attesa che rifiorisca la vita, che si risani la carne martoriata, e possiamo tornare ad uscire dalle nostre case, ma cambiati, rinati, risorti, riemersi dal cumulo di macerie degli egoismi e del proprio tornaconto, pronti a costruire un mondo diverso, pronti ad amare, a voler bene, a noi stessi innanzitutto, a chi c’è già sul nostro cammino, a chi incontreremo, pronti a dar valore a tutto ciò che abbiamo, a rispettare di più alberi fiumi mari cieli ricevuti in dono, pronti ad inventare un modo diverso di produrre i beni e una nuova convivenza tra noi, tra i popoli, tra le Nazioni.
Siamo sospesi e bisognosi, bisognosi di Chi solo, risorgendo, potrà darci un cuore nuovo, un cuore di carne, strappandoci il nostro cuore di pietra; bisognosi di Chi, solo, ci può rendere veri, perché è Lui la Via, la Verità e la Vita, di Chi ci ha donato talenti, da usare per il bene di tutti; siamo bisognosi di Chi ci ha amato a tal punto da dare in Croce la sua vita per noi, dando valore anche al nostro dolore, a quello di chi muore oggi senza compagnia, di chi si ammala avendo cura degli altri, di chi piange perdite immani, di chi si sfinisce sotto camici guanti e mascherine. Siamo sospesi ma ancorati ad una speranza, che domani diventerà certezza: Egli è qui!

Triglia di scoglio