Un giorno eccezionale

Ci sono momenti della storia assolutamente eccezionali. Oggi è un giorno così. Papa Francesco incontrerà a Cuba il Patriarca ortodosso Kirill, primate di Mosca e di tutta la Russia. È un evento grandioso, di portata storica e culturale assolute. È la prima volta che accade, dopo quasi un millennio di lotte e divisioni cominciate nel 1054, anno del Grande Scisma tra la Chiesa Cattolica Romana e le Chiesa d’Oriente.
Nell’ultimo secolo, il desiderio del dialogo tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse ha cominciato a farsi sentire in maniera sempre più forte, perché l’unità è un anelito inscritto nel cuore dell’uomo, e perciò anche nel cuore della Chiesa. Ma se l’unità è una grazia di Dio, il dialogo è un cammino che passa attraverso la volontà e la libertà degli uomini.
Nel 1964 per la prima volta nella storia un Papa (Paolo VI) incontrò un Primate Ortodosso (Atenagora, Patriarca di Costantinopoli), aprendo la strada del dialogo dopo secoli di incomprensioni. Da quel giorno, tutti i Papi – Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI – hanno desiderato e lavorato perché il dialogo continuasse e il cammino dell’unità si compisse. Tutti i Primati delle Chiese Ortodosse avevano risposto, ma mancava un tassello fondamentale, la Chiesa Ortodossa Russa, ad oggi la più importante e la più numerosa. Papa Francesco e Kirill oggi si incontrano e così, insieme, scrivono un nuovo capitolo della storia universale della Chiesa. L’abbraccio tra loro, oggi, sarà il gesto su cui si potrà realmente costruire, quando e come Dio vorrà, la tanto desiderata unità tre le due Chiese, così da poter tornare a respirare, come diceva Giovanni Paolo II, a pieni polmoni.

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